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Messaggio Da francesca Mer Mar 24, 2010 6:43 pm

Tempo vero





Articolo di: Tonino Bucci/ Liberazione

Data pubblicazione: 17.09.2001




Testo dell'articolo:
"E' un film pieno di metafore. Lo leggo anche alla luce di quello che è
accaduto in questi giorni negli Stati Uniti dove all'improvviso un
fatto tragico ha cambiato la vita delle persone. Sono queste situazioni
che fanno capire la bellezza della vita, proprio nel momento in cui
viene messa a rischio e negata". Così il regista Daniele Segre commenta
il film "Tempo vero", un documentario sulla malattia di Alzheimer,
presentato in anteprima ieri a Roma e prodotto su incarico della Ausl e
della Provincia di Reggio Emilia. Il film, che verrà proiettato anche
nella città emiliana sabato prossimo (Hotel Astoda Mercure alle 15.30)
racconta il dramma di una malattia che conduce a un vero e proprio
dissolvimento della personalità. "Il mio approccio con la realtà
attraverso la telecamera - spiega il regista - è stato quello di
raccontare la vita delle persone con questa malattia evitando la
spettacolarizzazzione della sofferenza cui siamo abituati. Un
linguaggio alternativo a quello dominante nel cinema e nella
televisione per parlare dell'Alzheimer, questa patologia degenerativa
del sistema nervoso centrale. All'inizio la malattia si distingue poco
dai sintomi attribuiti alla vecchiaia: calo dell'iniziativa, ansia,
depressione, difficoltà a trovare le parole giuste o a ricordare fatti
recenti. Segnali in genere sottovalutati ma che talvolta sono il
preludio di una malattia devastante che in pochi anni conduce alla
morte. L'Alzheimer colpisce in misura progressiva con l'avanzare
dell'età - il cinque per cento del persone oltre i 65 anni e il venti,
quaranta per cento dopo gli 115. II film di Segre trasforma la
telecamera in un mezzo espressivo per familiari, operatori dei servizi,
associazioni che vivono ogni giorno il confronto con persone aliene
dalla malattia. "Tempo vero", realizzato anche in collaborazione con
l'Associazione italiana malattia di Alzheimer e con l'Assessorato alla
sanità della Regione Emilia Romagna, racconta con parole e immagini le
testimonianze, in primo luogo, dei familiari che giorno per giorno
accudiscono, sostengono, curano persone anziane affette dal morbo. Dato
che non esistono terapie, sono proprio le famiglie e le persone vicine
che svolgono il ruolo fondamentale - ponendo tuttavia il problema di
una rete di servizi domiciliari pubblici a loro sostegno. La riscoperta
del tempo che si riduce, di una vita che a poco a poco si annulla nei
suoi aspetti intellettuali, emotivi ed affettivi, l'andare avanti
giorno per giorno senza conoscere il futuro: il film di Segre parla di
questo, di persone che all'improvviso non riconoscono più mogli,
mariti, figli e di memorie, di sentimenti, di situazioni d'un colpo
azzerati. Davanti alla telecamera che pian piano scompare, come se non
ci fosse, parlano i loro familiari e raccontano i loro sacrifici
quotidiani, !a rinuncia ai propri sogni, desideri, progetti, per
assumersi un carico assistenziale ed emotivo enorme. Ma è anche
scoperta del "tempo vero", della finitezza della vita e della intensità
di ogni suo attimo. "Di fronte a una situazione che sconvolge la
normalità da un momento all'altro - spiega Segre - si afferra la
bellezza della vita che sfugge. Ma è proprio qui che si aprono "varchi
di umanità" e le persone tornano ad essere davvero protagoniste. Dentro
l'agitazione del non sapere cosa accadrà il giorno dopo scorrono anche
sentimenti autentici". "Tempo vero" ossia "tempo che finisce" ma,
prosegue il regista, "è la quotidianità che fa passare in secondo piano
l'essenzialità del tempo che scorre. Sono le situazioni limite che
d'anno nascere le domande sulla vita e il bisogno di sfruttare fino in
fondo il tempo".

francesca
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